Consumo di carne e diabete: importanti novità dalla coorte EPIC

Lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) è uno dei più vasti studi realizzati a livello mondiale per indagare le relazioni tra dieta, stato nutrizionale, stile di vita e fattori ambientali sull’incidenza dello sviluppo di malattie neoplastiche ed altre malattie croniche. Lo studio si svolge in tutta Europa, ha coinvolto più di mezzo milione di persone in 10 paesi europei, con un follow-up di 15 anni.

Il diabete di tipo 2 è una malattia cronico-degenerativa ad andamento epidemico nei paesi occidentali, con una larga fetta della popolazione affetta ed una proiezione di circa 700 milioni di individui affetti nel 2045 a livello mondiale.

Tutti gli studi indicano che il BMI è uno dei fattori ambientali di rischio, e, per quanto riguarda gli specifici pattern alimentari, suggeriscono un ruolo protettivo di una dieta ricca in cereali non raffinati, legumi e vegetali. La carne, povera di carboidrati ed a basso indice e carico glicemico, sembrerebbe un alimento adatto ad entrare nel paniere alimentare finalizzato sia alla prevenzione primaria che al trattamento nutrizionale del soggetto diabetico. Tuttavia diverse metanalisi hanno suggerito il contrario: qui per esempio https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23354681 è stato trovato che per ogni 100 grammi di carne rossa al giorno in più il rischio di diabete aumenta del 13% e che ulteriori 50 grammi al giorno portano il rischio ad elevarsi del 32%.

Su numero di febbraio 2019 di Nutrition and Diabetes sono stati resi noti i dati relativi ad un braccio di questo studio che ha indagato il rapporto tra consumo di carne e diabete di tipo 2. In particolare gli autori hanno misurato l’associazione tra vegetarianesimo e rischio di ospedalizzazione o morte con diabete in una coorte di individui adulti inglesi.

I soggetti erano non diabetici al reclutamento (avvenuto nell’arco di tempo tra il 1993 e il 2001); i dati sull’intake alimentare erano noti all’arruolamento e per tutta la durata del follow-up. La casistica era di 45.314 soggetti. I partecipanti sono stati suddivisi in
– Regular meat eaters (consumatori di 50 grammi o più di carne al giorno: 15.181 soggetti)
– Low meat eaters (consumatori di meno di 50 grammi di carne al giorno: 7.615 soggetti)
– Fish eaters (non mangiavano carne ma solo pesce: 7.092 soggetti)
– Vegetariani (non mangiavano carne né pesce: 15.426 soggetti, inclusi vegani)

Durante i circa 18 anni di follow-up sono stati registrati 1224 casi di diabete. Rispetto ai consumatori di 50 grammi al giorno o più di carne (Regular meat eaters) il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 è quello riportato qui sotto:

Low meat eaters: HR 0.63 (95% CI 0,54 – 0,75)
Fish eaters: HR 0.47 (95% CI 0,38 – 0,59)
Vegetariani: HR 0.63 (95% CI 0,54 – 0,74)

Queste associazioni, tutte statisticamente significative, vengono attenuate dopo l’aggiustamento per BMI

Low meat eaters: HR 0.78 (95% CI 0,66 – 0,92)
Fish eaters: HR 0.64 (95% CI 0,51 – 0,80)
Vegetariani: HR 0.89 (95% CI 0,76 – 1.05)

I dati pubblicati in questo studio sono significativi per la numerosità dei soggetti della coorte di studio e per la durata del follow-up, e suggeriscono che un basso consumo di carne si associa ad una riduzione del rischio di diabete di tipo 2, riduzione mediata dal BMI. Soggetti normopeso che consumano poca carne hanno un rischio ridotto di diabete, rischio che arriva a dimezzarsi nei soggetti che consumano solo pesce.

 

Bibliografia:
Papier K. et al. Vegetarian diets and risk of hospitalisation or death with diabetes in British adults: results from the EPIC-Oxford study. Nutrition and Diabetes (2019) 9:7 – https://doi.org/10.1038/s41387-019-0074-0