Ore di sonno e peso nella prima infanzia

Diversi studi hanno messo in correlazione la durata del sonno con l’intake alimentare e l’indice di massa corporea, individuando, come possibile fattore di rischio per obesità, l’alterazione del ritmo sonno veglia e nello specifico la riduzione delle ore dedicate al riposo notturno. I dati sono ormai consolidati in casistiche di soggetti adulti ed anche di adolescenti e ragazzi; vengono ora presentati i dati relativi ad una coorte di bambini di circa un anno e mezzo d’età.

Negli adulti una marcata riduzione delle ore di sonno determina un incremento della grelina, un ormone prodotto dallo stomaco con ruolo anoressizzante. E’ stata anche osservata una riduzione della leptina, un ormone prodotto dall’organo adiposo con ruolo anoressizzante ed una alterazione dell’omeostasi glucidica e della sensibilità insulinica. Studi di risonanza magnetica funzionale hanno inoltre mostrato, in condizioni di deprivazione del sonno, modificazioni nei pattern di attivazione delle aree del cervello associate allo stimolo a mangiare e dei circuiti cerebrali dell’appagamento.

Nella coorte Women’s Health Iniziative (https://www.whi.org) le ore di riposo notturno sono state trovate inversamente associate al’introito alimentare di grassi e nell’indagine NHANES (http://www.cdc.gov/nchs/nhanes.htm) i soggetti che dichiaravano di dormire tra le 7 e le 8 ore erano quelli che si alimentavano con una più ampia varietà alimentare ed un basso intake calorico rispetto a quelli che dichiaravano dormire meno di 5-6 ore o più di 9 ore.

Questo è quanto trovato negli adulti; nei bambini e negli adolescenti l’associazione inversa tra ore di sonno e sovrappeso è ancora più evidente: tre studi su altrettante coorti di adolescenti hanno trovato associazione inversa tra ore di sonno e consumo carboidrati grassi ed in generale cibi ad elevata densità calorica. In una metanalisi di 11 studi su circa 30.000 bambini e ragazzi di età tra i 2 ei 20 anni è stato quantificato in 1,89 (quindi circa il doppio) il rischio relativo sviluppare obesità nel gruppo che dormiva meno di 10 ore rispetto al groppo che dormiva più di 10 ore. Un altro studio giapponese su 2274 bambini tra i 6 e 7 anni ha trovato un rischio tre volte maggiore di sviluppare sovrappeso in quelli che dormivano meno di 8 ore rispetto a quelli che dormivano più di 10 ore.

Molti di questi studi hanno utilizzato dati forniti dai genitori; uno dei pochi studi pediatrici che hanno utilizzato misurazioni oggettive ha consentito di stimare che ogni ora aggiuntiva di sonno nell’età compresa tra 3 e 5 anni è associata ad una riduzione del BMI di 0,49 all’età di 7 anni. Uno studio pubblicato nel numero di marzo 2015 dell’International Journal of Obesity ha indagato gli effetti nelle ore di sonno sul rischio di sovrappeso e obesità infantile in una corte di bambini ancora più piccoli; sono state analizzati i dati sulle ore di sonno, l’intake alimentare e le curve di crescita in circa 1.300 famiglie inglesi della coorte Gemini, con bambini di circa un anno e mezzo di vita. I risultati sono riportati in tabella.

Come si vede nella coorte Gemini di bambini di 16-20 mesi di vita con l’aumentare del numero di ore di sonno l’introito energetico totale in termini di calorie diminuisce con un andamento statisticamente significativo. In conclusione una riduzione delle ore di sonno notturno influenza l’introito energetico sin dall’infanzia precoce, prima ancora che le differenze in termini di BMI si manifestino.

Bibliografia:
Fisher A. et al. Sleep and energy intake in early childhood. International Journal of Obesity (2014) 38, 926–929