Selenio e vitamina E e rischio di cancro della prostata: presentati i dati conclusivi dello studio SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial)

L’impatto dell’integrazione vitaminica sul rischio di insorgenza di alcuni tipi di tumore è oggetto di studio di trial clinici randomizzati alcuni dei quali in corso ed altri già conclusi. Lo studio SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial) è cominciato nel 2001 arruolando più di 35.000 uomini negli Stati Uniti, Canada e Porto Rico, con l’obiettivo di studiare gli effetti del selenio e della vitamina E sul rischio di cancro alla prostata. Il razionale era quello di confermare alcuni aspetti controversi relativi ai dati di altri due precedenti trial clinici che dimostrarono il ruolo degli inibitori dell’5-alfa-reduttasi nell’abbassare il rischio di cancro della prostata ma che misero in luce un possibile ruolo negativo dell’integrazione sulle forme più aggressive ma rare di cancro. Il trial SELECT ha visto un suo primo end-point nel 2008 ed in quella occasione sono emersi dati sorprendenti che hanno spinto a proseguire lo studio per altri 3 anni. Su JAMA sono stati ora pubblicati i dati conclusivi.

Con l’obiettivo di confermare alcuni studi preclinici che suggerivano che l’integrazione alimentare di selenio e vitamina E può contribuire a ridurre il rischio di cancro della prostata è stato condotto negli Stati Uniti uno studio randomizzato e controllato denominato SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial). Lo studio, cominciato nel 2001, ha visto coinvolti 35,533 uomini randomizzati in 4 gruppi, ognuno dei quali ha ricevuto un doppio integratore: selenio+placebo, vitamina E+placebo, selenio+vitamina E, solo placebo.

Già nel 2008, con una media di 5 anni e mezzo di follow-up, sono stati conteggiati gli eventi di incidenza di cancro della prostata: il rischio relativo nel gruppo vitamina E era di 1,13, nel gruppo selenio era 1,04, nel gruppo selenio+vitamina E era 1,05 e nel gruppo placebo era 1,0. Tutti i dati di rischio relativo risultarono statisticamente non significativi, ma la significatività borderline del gruppovitamina E (P=0,06) spinse il gruppo a proseguire il trial per acquisire ulteriori dati circa la sicurezza della supplementazione di questa vitamina nei confronti del rischio di cancro della prostata. I soggetti che hanno partecipato al trial clinico erano uomini con PSA inferiore a 4,0 ng/ml, esplorazione rettale negativa, età minima 55 anni per gli uomini di pelle chiara e 50 per quelli di pelle scura; l’integrazione somministrata era di 200 mcg/die di L-selenometionina, 400 UI/die di alfa-tocoferolo, entrambe le integrazioni insieme o placebo. Complessivamente i 35,533 soggetti sono stati randomizzati in 4 gruppi, i quali, dopo le esclusioni per i criteri di elegibilità e dopo l’esclusione di quelli nel frattempo deceduti o volontariamente venuti meno, erano costituiti da circa 8,000 soggetti per ognuno dei 4 gruppi che è stato poi seguito fino al luglio 2011. Considerando l’intero intervallo di durata dello studio, sono stati registrati complessivamente 2279 casi di cancro della prostata, così suddivisi:

Il tasso di insorgenza di cancro della prostata è più elevato in tutti e tre i gruppi di trattamento rispetto al placebo, ed èstatisticamente significativo solo per il gruppo vitamina E: HR, 1,17; 99% CI, 1,004-1,36; P=0,008.

I risultati di questo studio indicano quindi che la supplementazione con 400 UI di vitamina E al giorno aumenta il rischio di cancro della prostata in maniera statisticamente significativa.

In un precedente trial clinico, l’ATBC (Alfa Tocopherol Beta Carotene) era stata riportata una riduzione del 35% del rischio di cancro della prostata assumento 50 mg al giorno di vitamina E per un tempo di circa 6 anni. I partecipanti del trial ATBC erano tuttavia tutti fumatori di lungo periodo; inoltre il cancro della prostata era il secondo end point del trial che era rivolto soprattutto allo studio del cancro del polmone; soprattutto, i partecipanti non erano stati sottoposti a screening per la prostata sicché i casi di cancro venivano lì diagnosticati ad uno stadio più avanzato. Un altro studio contemporaneo al SELECT, il PHS II (Physicians Healtly Study II) non ha mostrato effetti sull’incidenza del cancro della prostata di un’integrazione di 400 UI di vitamina E (HR 0,97; 95% CI, 0,85-1,09; P=0,58). In questo studio tuttavia la vitamina E non era somministrata da sola ma insieme alla vitamina C, e, come il SELECT ha dimostrato, l’effetto in monosomministrazione può essere differente rispetto all’effetto in somministrazione combinata con altri micronutrienti, minerali o vitamine. In altri termini, lo studio SELECT aveva come obiettivo quello di scomporre ed analizzare specificatamente il ruolo della vitamina E sottoforma di integratore alimentare nel determinare un incremento del rischio di cancro della prostata. Il risultato è stato che la vitamina E assunta da sola in monoconcentrato da 400 UI al giorno è in grado di incrementare tale rischio in modo significativo. La vitamina E ha mostrato in precedenti studi di non portare benefici sul rischio cardiovascolare, insorgenza di adenomi colorettali, infezioni respiratorie nell’anziano, preeclampsia in donne gravide diabetiche di tipo 1, prevenzione o progressione di cataratta o degenerazioni maculari.

L’incrementata incidenza di cancro della prostata osservata in questo studio è un dato che sostiene quanto recentemente si sta osservando anche per altre vitamine e supplementi; un’aumentata incidenza di cancro del polmone riportata dallo studio ATBC e CARET (Beta Carotene and Retinol Efficacy Trial) con alte dosi di beta carotene o un’aumentato rischio di polipi colorettali riportata con alte dosi di acido folico.

Lo studio SELECT ed altri trial clinici già conclusi indicano che l’assunzione di elevate dosi di vitamine e micronutrienti è poco efficace nel determinare un reale abbassamento del rischio di patologie, ed al contrario in alcuni casi può risultare perfino pericoloso determinando un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro.
In conclusione, gli effetti benefici ormai noti di molte vitamine ed antiossidanti si esercitano nel contesto dei cibi nei quali sono contenuti, che consumati nel giusto rapporto relativo tra loro contribuiscono a formare un “pattern” dietetico che si è dimostrato efficace nel contrastare l’insorgenza e la progressione di molte importanti patologie. L’uso di monoconcentrati di produzione farmaceutica o industriale è da sconsigliare per inefficacia e potenziale rischio.

Bibliografia:
Klein EA et al. Vitamin E and the risk of prostate cancer: the Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial (SELECT). JAMA. 306(14):1549-56 (2011)