Ripristino della sensibilità leptinica con estratti di proantocianidine

La leptino-resistenza si associa all’eccesso di massa grassa nei soggetti obesi e rappresenta un meccanismo molecolare di riduzione della fisiologica attività anoressizzante della leptina: in un esperimento condotto sul modello murino è stato dimostrato che estratti di proantocianidine ottenuti da semi di uva sono in grado di ripristinare la sensibilità leptinica a livello ipotalamico.

La leptina, come noto, è un ormone prodotto dall’organo adiposo, in grado di superare la barriera emato-encefalica e legare specifici recettori ipotalamici nel nucleo arcuato. Il legame della leptina ai recettori del set di neuroni POMC/CART (Proopiomelanocortina e Cocain and amphetamin regulate transcript) determina rilascio di POMC, un pro-ormone dal cui taglio proteolitico sono generati sia l’adenocorticotropina (ACTH) che l’alfaMSH, ormone che lega, tra gli altri, il recettore melanocortinico MC4R determinando uno stimolo anoressizzante; la leptina è pertanto, in condizioni fisiologiche, un ormone anoressizzante, inviando a livello centrale un segnale di adiposità. Nei soggetti obesi tuttavia si osserva leptino-resistenza, il cui esatto meccanismo molecolare non è ancora del tutto noto. Alcuni autori hanno postulato che alla base della leptino-resistenza via sia l’incremento della proteina C reattiva (CRP), una proteina infiammatoria strutturalmente simile alla leptina ed in grado di competere per il suo recettore. La CRP, come noto, è più elevata nei soggetti obesi, essendo il risultato dell’infiammazione di basso grado tipicamente presente in condizioni di eccesso di adipe.
Uno studio sul modello murino ha indagato la capacità delle proantocianidine (PACs) di contrastare la leptino-resistenza, ristabilendo il normale signalling della leptina a livello ipotalamico. I ratti sono stati divisi in due gruppi, uno alimentato con una dieta standard e l’altro con una “cafeteria diet” (l’equivalente della nostra dieta “junk food”). Il secondo gruppo è stato ulteriormente suddiviso in due sottogruppi, uno dei quali ha ricevuto un estratto di PACs ottenuto da semi di uva nella misura di 25 milligrammi per chilo di peso corporeo ogni giorno per 3 settimane, il secondo solo il mezzo di estrazione. Sono stati studiati, con tecniche di immunoblotting e di PRC quantitativa, i principali markers di signalling leptinico, infiammazione e stress del reticolo endoplasmatico a livello ipotalamico, epatico, adiposo e muscolo-scheletrico.
Il trattamento con PACs da estratto di semi di uva ha determinato una riduzione dell’intake alimentare (ma non dell’iperleptinemia), con un’attivazione del pathway POMC. Il ripristino della risposta alla leptina ha determinato anche una riduzione dell’infiammazione ipotalamica ed un incremento dell’espressione del gene Sirt1 (le sirtuine, tra le altre funzioni, svolgono anche quella di inibizione dell’adipogenesi).

Questo esperimento nel modello animale dimostra quindi che la somministrazione di estratti di proantocianidine può contribuire a mitigare la leptino-resistenza associata all’obesità, innescando un meccanismo di ripristino della sensibilità ipotalamica al fisiologico ruolo anoressizzante della leptina e candidandosi quindi come supporto al trattamento iniziale dell’obesità.

Bibliografia:
http://www.nature.com/ijo/journal/v41/n1/abs/ijo2016169a.html