Diete di mantenimento: i risultati sulla casistica europea DIOGENES

Sono stati resi noti i risultati di un’indagine condotta nell’ambito del programma europeo di studio DIOGENES (Diet, Obesity and Genes) finalizzato ad indagare su quale sia il regime alimentare più indicato per una dieta di mantenimento successiva ad una dieta ipocalorica finalizzata al calo ponderale. I diversi tipi di dieta (cioè diete con diversi rapporti relativi tra carboidrati, proteine e grassi) sono da tempo posti in comparazione (con risultati spesso contrastanti) con il fine di individuare quella più adatta ad ottenere un calo ponderale significativo; pochi studi, invece, hanno centrato l’attenzione su quale tipo di dieta sia più efficace per prevenire il ritorno del sovrappeso in soggetti che abbiano terminato un programma dietetico di calo ponderale.

Lo studio in questione ha analizzato 1209 soggetti adulti provenienti da 8 paesi europei (Danimarca, Olanda, Regno Unito, Grecia, Germania, Spagna, Bulgaria e Repubblica Ceca) di età media 41 anni e BMI medio allo startup di 34 (comunque compreso tra 27 e 45). Di questi, 938 hanno iniziato un periodo di dieta ipocalorica della durata di 8 settimane realizzata con pasti sostitutivi ed aggiunta di 400 grammi di prodotti ortofrutticoli per un totale calorico giornaliero compreso tra 800 e 1.000 Kcal. Da questo gruppo sono stati esclusi, al termine dei due mesi di dieta, i soggetti (157) che si sono ritirati dallo studio e quelli (8) che non avevano raggiunto l’obiettivo minimo costituito dal calo ponderale pari almeno all’8% del peso iniziale: i restanti 773 soggetti sono stati randomizzati per ricevere una dieta di controllo (154), una dieta a basso contenuto proteico e basso indice glicemico (150), una dieta a basso contenuto proteico ed alto indice glicemico (155), una dieta ad alto contenuto proteico e basso indice glicemico (159), una dieta ad alto contenuto proteico e alto indice glicemico (155).

Tutte e 5 le diete di mantenimento non erano controllate sotto il profilo energetico (diete ad libitum); l’apporto energetico dato dalle proteine era del 13% nelle diete a basso contenuto proteico, del 25% in quelle ad alto contenuto proteico. L’aderenza alla dieta proposta è stata verificata tramite diario alimentare (di 3 giorni consecutivi nel periodo di screening, di 4 settimane dopo la randomizzazione ed alla fine del periodo di studio di 26 settimane) oltre che tramite analisi del sangue e delle urine, che hanno consentito di verificare la maggior escrezione di azoto urinario ed una concentrazione di urea ematica superiore nel gruppo con maggior apporto proteico rispetto a quello con minor apporto proteico.

L’analisi statistica dei dati al termine dello studio indica che il re-incremento di peso è stato di 0,93 Kg maggiore nel gruppo con dieta di mantenimento ad libitum a basso contenuto proteico rispetto al gruppo con dieta di mantenimento ad libitum ad alto contenuto proteico (P=0,003). E’ stato inoltre di 0,95 Kg maggiore nel gruppo ad alto indice glicemico rispetto al gruppo a basso indice glicemico (P=0,003). L’analisi dei 548 partecipanti che hanno completato lo studio indica un re-incremento di peso di 0,56±5,44 Kg; solo i partecipanti assegnati al gruppo a basso contenuto proteico ed alto indice glicemico hanno fatto registrare un re-incremento significativo pari a 1,67 Kg (95% CI, 0,48 – 2,87). Si registra anche un tasso di drop-out più basso nei due gruppi ad alto contenuto proteico rispetto a quelli a basso contenuto proteico.

Gli autori dello studio concludono che il moderato incremento nel contenuto proteico ed una moderata riduzione dell’indice glicemico rappresentano uno strumento per prevenire il re-incremento ponderale successivo ad una dieta ipocalorica finalizzata al calo ponderale.

E’ tuttavia importante notare che in questo studio il calo ponderale è stato ottenuto con l’utilizzo di pasti sostitutivi e non con alimenti disponibili sul mercato; le conclusioni dello studio non sembrano pertanto estensibili a soggetti che abbiano perseguito l’obiettivo della correzione del peso in eccesso attraverso un programma di educazione alimentare al corretto uso dei prodotti presenti sul mercato, i quali potrebbero essere in grado di centrare l’obiettivo del mantenimento anche con un’alimentazione normoproteica. Infine è importante sottolineare che nello studio non sono stati presi in considerazione gli effetti a lungo termine sulla salute di soggetti sovrappeso o obesi con comorbidità che rendono controindicate diete con moderato incremento dell’apporto proteico.

Bibliografia: Larsen T.M. et al. Diets with High or Low Protein Content and Glycemic Index for Weight-Loss Maintenance. N Engl J Med 2010; 363:2102-2113 DOI: 10.1056/NEJMoa1007137