Dieta mediterranea e rischio di ictus: uno studio italiano

L’ictus è la seconda causa di morte nel mondo e la terza causa nei paesi in industrializzati dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Lo stile di vita e le abitudini alimentari sono associate alla probabilità di andare incontro ad un ictus: è noto che l’elevato consumo di pesce, di cereali e di frutta e verdura abbassa il rischio, mentre un elevato consumo di alcool lo aumenta. Su The Journal of Nutrition sono stati presentati i dati di uno studio italiano sull’associazione tra vari tipi di dieta ed ictus. Lo studio è il risultato di un’indagine durata quasi 8 anni su soggetti italiani afferenti al progetto collaborativo EPICOR che ha studiato 47.021 volontari italiani nelle città di Varese, Torino, Firenze, Ragusa e Napoli. Nello studio qui presentato sugli effetti della dieta sul rischio di ictus sono state analizzate le abitudini alimentari di 40.681 persone (seguite per una media di 7,9 anni), mettendo a confronto 4 pattern alimentari: l’americano HEI-2005 (Healthy Eating Index 2005), il DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), l’Indice Mediterraneo Greco e l’Indice Mediterraneo Italiano.
L’ictus è la seconda causa di morte nel mondo e la terza causa nei paesi in industrializzati dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. In Italia si stima che il 10-12% di tutti i decessi avvengano per ictus, che rappresenta la principale causa d’invalidità e la seconda causa di demenza. Il fenomeno colpisce maggiormente la popolazione di età compresa tra i 65 e gli 84 anni (i 2/3 dei casi si registrano in persone oltre i 65 anni).
Lo stile di vita e le abitudini alimentari sono associate alla probabilità di andare incontro ad un ictus: è noto che l’elevato consumo di pesce, di cereali e di frutta e verdura abbassa il rischio, mentre un elevato consumo di alcool lo aumenta. Volendo stabilire tuttavia un profilo alimentare che abbassa il rischio di una patologia – e dal momento i vari cibi e nutrienti che compongono la mensa sono combinati tra loro in vari modi – sarebbe maggiormente informativo studiare l’associazione tra diversi stili alimentari piuttosto che misurare l’effetto di un singolo alimento. Per questo motivo le ricerche vengono sempre più spesso condotte considerando i cosiddetti “dietary pattern”, cioè modi di combinare i vari alimenti nei pasti abituali. I pattern dietetici possono essere stabiliti a posteriori derivandoli da modelli statistici che analizzano i dati sugli introiti alimentari attuali della popolazione oggetto di studio, oppure a priori, definendo cioè in anticipo dei profili alimentari specifici di una determinata area geografica e cultura, ricavandone delle linee guida alimentari e studiando l’effetto dell’applicazione di tali linee guida sul rischio della patologia oggetto di studio.
Utilizzando questo approccio sono stati studiati gli effetti di determinati pattern dietetici sul rischio cardiovascolare, osservando in effetti che alcuni profili alimentari sono in grado di abbassare tale rischio. E’ nota da tempo, ad esempio, l’associazione negativa tra rischio cardiovascolare e dieta mediterranea; dati peraltro confermati in una più recente (2008) meta-analisi di 12 studi con una casistica di più di 1 milione e mezzo di persone con 3-18 anni di follow-up.
Su The Journal of Nutrition sono stati presentati i dati di uno studio italiano sull’associazione tra vari tipi di dieta ed ictus. Lo studio è il risultato di un’indagine durata quasi 8 anni su soggetti italiani afferenti al progetto collaborativo EPICOR, un braccio italiano del progetto EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition). Il progetto EPICOR ha focalizzato la sua attenzione sugli eventi cardiovascolari ed ha studiato 47.021 volontari italiani nelle città di Varese, Torino, Firenze, Ragusa e Napoli. Nello studio qui presentato sugli effetti della dieta sul rischio di ictus sono state analizzate le abitudini alimentari di 40.681 persone (seguite per una media di 7,9 anni), utilizzando dei questionari di frequenza (Food Frequency Questionnaire). Sono stati definiti 4 indici dietetici per l’analisi delle abitudini alimentari secondo il modello del dietary pattern ed analizzato l’impatto dei 4 indici sul rischio di ictus.
I 4 indici erano:
HEI-2005, basato sulle linee guida per una corretta alimentazione degli americani; questo indice è sviluppato sulla base del consumo di frutta totale, frutta intera, verdure totali, verdure verdi + verdure arancioni + legumi, cereali totali, cereali integrali, prodotti caseari, carne + legumi, olii, grassi saturi, sodio, frazione di energia da grassi saturi + alcool + zuccheri semplici. A ciascuna voce viene attribuito un punteggio (punteggio massimo per consumo ottimale per alcuni, punteggio massimo per consumo minimo per altri come i grassi saturi, il sodio, l’energia da grassi saturi + alcool + zuccheri raffinati). Per frutta intera, verdure totali, verdure verdi + verdure arancioni + legumi, cereali totali e cereali integrali il punteggio va da 0 a 5; per prodotti caseari, carne + legumi, olii, grassi saturi e sodio il punteggio va da 0 a 10; per frazione di energia da grassi saturi + alcool + succheri semplici il punteggio va da 0 a 20. Il punteggio totale possibile è 100.
DASH, basato sulle linee guida DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension); in questo caso l’indice è basato su 8 componenti: frutta, verdure, noci e legumi, prodotti caseari a basso contenuto di grassi, cereali integrali, sodio, bevande zuccherate, carni rosse fresche e conservate. Elevati consumi dei primi 4 determinano un punteggio più elevato, così come bassi consumi degli ultimi 4. Il punteggio DASH va da 8 a 40.
Indice Mediterraneo Greco, basato sulle linee guida della dieta mediterranea adatto alle abitudini greche, è basato su 9 componenti: vegetali, legumi, frutta e noci, prodotti caseari, cereali, carne e derivati, pesce, alcool, rapporto grassi monoinsaturi:saturi. Per ciascuna voce il consumo medio stabilisce il punteggio di 1; un intake diverso dal valore medio stabilisce il valore 0. Le medie sono calcolate per ciascun sesso. Per l’alcool il consumo di 10-50 grammi per gli uomini e 5-25 grammi per le donne stabilisce il punteggio 1, altri consumi stabiliscono il punteggio 0. Il punteggio possibile va da 0 a 9.
Indice Mediterraneo Italiano, basato sulle abitudini alimentari italiane. É composto da 11 voci, con elevato punteggio per gli introiti elevati di 6 alimenti “mediterranei”: pasta, prodotti ortofrutticoli mediterranei (pomodori crudi, verdure a foglia larga, cipolla, aglio, insalate ed ortaggi), frutta, legumi, olio di oliva e pesce e bassi per 4 alimenti “non-mediterranei”: bibite, burro, carni rosse, patate. L’alcool è stato considerato, assegnando il punteggio 1 per assunzioni fino a 12 grammi al giorno, 0 per assunzioni inferiori o superiori. Per quanto riguarda i 10 alimenti i punteggi sono stati assegnati suddividendo la casistica in 3 terzili ed assegnando punteggio 1 ai consumatori di alimenti “mediterranei” nel terzo terzile e di alimenti “non-mediterranei” nel primo terzile, assegnando 0 a tutti gli altri consumi. Il punteggio va da 0 a 11.
Soggetti che ottengono il massimo punteggio nell’Indice Mediterraneo italiano sono risultati quindi quelli che consumano mediamente in un giorno:
> 73 g di pasta
> 162 g di prodotti ortofrutticoli mediterranei
> 23 g di legumi
> 38 g di pesce
> 30 g di olio di oliva
< 17 g di patate
< 70 g di carne rossa e carne conservata
< 1,4 g di burro
< 0 g di bibite
“>”=superiore
“<“=inferiore
Durante i quasi 8 anni di follow-up sono stati registrati 178 casi di ictus, di cui 100 ischemici, 47 emorragici e 31 non specificati. L’analisi statistica dei dati di associazione tra indici dietetici ed ictus indica che tutti e 4 gli indici sono associati ad una riduzione del rischio di ictus (per qualsiasi causa), con una associazione più forte per l’Indice Mediterraneo Italiano. Dei 178 casi di ictus 91 si sono verificati tra i 129.268 soggetti con punteggio compreso tra 0 e 3, 61 nei 121.532 soggetti con punteggio compreso tra 4 e 5, 26 tra le 70.074 persone con punteggio compreso tra 6 ed 11. L’HR per questo indice è di 0,47 (P=0,001), il che indica sostanzialmente il dimezzarsi del rischio di ictus nei soggetti che hanno consumato un’alimentazione con elevato punteggio all’Indice Mediterraneo Italiano. Nessuno degli altri 3 indici ha mostrato un impatto così significativo nella riduzione del rischio di ictus (HR: 0,75 – P=0,1 per DASH; HR: 0,82 P=0,29 per Indice Mediterraneo Greco; HR=0,89 – P=0,59 per indice HEI-2005).
La tendenza resta la medesima anche quando si analizzano separatamente gli eventi di ictus ischemico e quelli di ictus emorragico, sebbene per quest’ultimo il test statistico risulta non statisticamente significativo (P=0,07), probabilmente a causa del più basso numero di eventi. Gli altri 3 indici non risultano associati con una riduzione del rischio di ictus emorragico (DASH – P=0,94; HEI-2005 – P=0,19, IMGreco – P=0,34).
I risultati di questo importante studio italiano su un’ampia casistica di soggetti italiani seguiti per diversi anni indica che l’aderenza ad una dieta mediterranea ricca di pasta, prodotti ortofrutticoli quali pomodori crudi, verdure a foglia larga, cipolla, aglio, insalate ed ortaggi, frutta, legumi, olio di oliva e pesce e povera di bibite, burro, carni rosse, patate, associato ad un moderato consumo di alcool (12 g al giorno) consente di ridurre fino anche a dimezzare il rischio di ictus, in particolare di tipo ischemico. L’utilizzo dell’Indice Mediterraneo Italiano calcolato secondo i criteri indicati dagli autori di questo studio è auspicabile ogni qual volta si proponga un’alimentazione controllata in soggetti over 65 ed in soggetti con storia familiare di ictus ischemico o emorragico.
Bibliografia:
Agnoli C. et al. A priori-defined dietary patterns are associated with reduced risk of stroke in a large italian cohort. J Nutr. 2011 Aug;141(8):1552-8